Teatro Vittoria – Un luogo di svago!
I più grandi se lo ricorderanno perché questo locale ospitò moltissimi veglioni, oppure ci si sono recati a vedere i film al cinema ma in origine questo edificio era il convento di Santa Margherita che, dopo la soppressione dei Gesuiti, fu acquistato dalla famiglia Mancini che nei primi anni dell’800 trasformò il parlatorio e il refettorio in teatro. Vi furono rappresentate molte opere tra cui alcune di Rossini e di Bellini.
Quando la famiglia Cherubini Scarafoni lo ebbe in eredità aveva tra tra le clausule il divieto di usarlo per le rappresentazioni, ma nel 1860 la società Filodrammatica riuscì a convincere i nuovi proprietari a rimettere a nuovo i locali e riutilizzare gli spazi di nuovo con la funzione di teatro e sulla facciata vi fu apposta un’allegoria dello scultore tifernate Elmo Palazzi.
Il 30 agosto 1896 il teatro fu intitolato al direttore della società Filodrammatica, il perugino Luigi Bonazzi e una lapide ancora visibile ricorda proprio queste evento.
Tra il 1912 e il 1916 l’edificio fu completamente modificato e la recente vittoria dell’esercito italiano sull’impero austro-ungarico spinse i cittadini a dargli un nuovo nome: Teatro Vittoria.
Come abbiamo già detto divenne cinema, sala per i veglioni e “poi nel 2009 sono iniziati i lavori per dare nuova vita al vecchissimo immobile, facenti parte del Contratto di quartiere II nell’ambito del programma di recupero e riqualificazione urbana dei quartieri Prato e Mattonata. Da allora di essi rimangono oggi solo le impalcature e gli evidenti risultati della demolizione interna, visibili soprattutto dalla grande “feritoia” aperta in via Marconi. La gigantesca struttura, grazie ad una convenzione stipulata tra il Comune di Città di Castello e la società Vittoria Costruzioni Srl (proprietaria dell’immobile), sarebbe dovuta diventare una residenza con 15 appartamenti, uffici e attività commerciali ma il progetto iniziale, dopo qualche tempo, dovette necessariamente subire una variante che rallentò non poco i lavori per poi farli fermare del tutto.”
Da il giornale Tuttoggi, articolo di Davide Baccarini 7/02/2016
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