Maria Picchi – Morire per un ideale

Antefatto

Siamo nella primavera del 1851 gli austriaci sono sono in Italia e anche a Città di Castello, come in tutto lo Stato Pontificio, per boicottare gli invasori stranieri, si indisse lo sciopero del fumo, del lotto e del vestiario d’importazione. 

I documenti

Dal diario del  medico tifernate Giuseppe Corsi

“Qui in Città di Castello il 27 maggio 1851 una donna detta “La Mora” in via di San Florido al Prato, stando in strada e passando diversi che fumavano li sigari, essi li sgridò e fu per questo arrestata”

Il fatto.

Il 6 giugno venne arrestata, per aver strappato di bocca il sigaro ad un giovane provocatore, la nipote della Mora, Maria Picchi.

Era la moglie di un ex sergente romagnolo delle guardie pontificie, tal Biagi, che pare fosse membro della Carboneria.

Per lei durante il processo decisero una condanna esemplare: 20 frustate sulla schiena, in una pubblica piazza.

La sentenza venne eseguita in Piazza di Sopra, l’attuale piazza Matteotti, davanti una folla di cittadini commossi.

Quella che doveva essere una punizione si trasformò in una condanna a morte: Maria Picchi per i feroci colpi subiti non si riprese più e poco dopo morì.

Curiosità

A Città di Castello, zona Graticole, c’è una via a lei dedicata.